Altered Images

ALTERED IMAGES by Christopher Makos
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Christopher Makos, Altered Images, Galleria Carla Sozzani, Milano, 2/6/2014 – 3/8/2014

Christopher Makos venne definito da Andy Warhol “il più moderno dei fotografi americani”. La mostra, curata da Gianni Mercurio e prodotta da MADEINART in collaborazione con il brand Ports 1961, raccoglieva 62 fotografie, che ripercorrono la scena artistica newyorkese degli anni ’70 e ’80.

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Queste fotografie sono una selezione delle immagini iconiche di Makos, alcune delle quali pubblicate nei suoi primi libri, tra cui WHITE TRASH 1977 e WARHOL MAKOS 1989.

Lo Studio 54, il Bowery music club CBGB e la Factory di Warhol, situata all’860 Broadway, erano punti focali della New York di Makos durante gli anni ‘70 e ’80 ed erano frequentati da attori, artisti, scrittori, musicisti e personaggi unici che il fotografo audacemente cattura nei suoi scatti di questo periodo.

Negli anni ‘70 Makos ha lavorato per il Rolling Stone Magazine e per il Circus Magazine, fotografando i musicisti e la vita dei club alla moda del centro di New York, tra cui il CBGB. La serie dei musicisti (David Bowie, Iggy Pop, David Johansen e Richard Hell realizzate per le riviste) insieme con gli scatti spontanei di amici, tra cui Debbie Harry e Victor Bockris, formano il nucleo principale di quello che è diventato il primo libro di Makos WHITE TRASH, pubblicato dalla Stonehill nel 1977.

Warhol apprezzò moltissimo il libro e chiese a Makos di curare come art director il libro Exposure, una pubblicazione che raccoglie fotografie spontanee della vita notturna. Makos lavorò in una piccola stanza nel retro della Factory, all’860 Brodaway. Con la macchina fotografica sempre a portata di mano, Makos sfruttò l’occasione di quel periodo alla Factory per realizzare scatti di Warhol e delle persone che con cui lavorava (i Rolling Stones, Halston) o di cui realizzava i ritratti (Debbie Harry, Liza Minelli) o semplicemente che invitava a pranzo (John Lennon).

Durante questo periodo Warhol lavorava anche come modello e spesso “si esercitava” di fronte alla macchina fotografica di Makos.

Nacque una profonda amicizia tra Makos e Warhol. Quest’ultimo era a suo agio con il fotografo, tanto che gli diede un accesso privilegiato alla sua vita, sia artistica sia personale. Divennero così inseparabili compagni di viaggio , sia nei periodi di vacanza, sia durante i moltissimi spostamenti di Warhol per lavoro in Francia, Germania, Inghilterra e, nel 1982, in Cina.

Durante gli anni ‘80 Makos iniziò a lavorare più regolarmente in uno studio, utilizzando una macchina fotografica di medio formato, illuminazione artificiale e sfondi. Di questo periodo sono i ritratti di Keith Haring, Jean Michel Basquiat, Francesco Clemente e dello stesso Warhol.

Inoltre in mostra sono state esposte 8 opere di grandi dimensioni della serie “Altered Images” realizzate nel 1981, in cui Andy Warhol interpreta la mutevole identità dell’essere umano, un omaggio agli scatti firmati Man Ray di Marcel Duchamp nei panni del suo alter ego femminile Rrose Selavy.

La mostra è stata presentata in anteprima l’11 Giugno 2014 a Milano, alla Galleria Carla Sozzani, dove è rimasta aperta al pubblico fino al 3 Agosto.

Dopo il debutto milanese, MADEINART e Ports 1961 hanno portato l’esposizione in 7 capitali mondiali: New York e Londra (settembre 2014), Parigi (ottobre 2014)  Tokyo, Pechino e Shanghai (ottobre 2014- febbraio 2015).

Per celebrare questa collaborazione, Fiona Cibani, Direttore Creativo di Ports 1961, ha ideato una speciale capsule collection che cattura l’essenza dell’opera di Makos utilizzando come grafiche tre suoi ritratti di Andy Warhol tratti dalla serie “Altered Images” . Queste immagini vengono impresse sui capi con un’originale stampa sovrapposta su due tessuti, jersey e satin, che crea un particolare effetto tridimensionale. Ad impreziosire t-shirt, felpe e mini-dress le maxi zip dorate sui fianchi e il dettaglio di camicia bianca che spunta dal fondo, entrambi elementi iconici dello stile Ports 1961.

La capsule collection,  è stata in vendita da 10 Corso Como per la durata della mostra,  e poi  disponibile nelle altre capitali in contemporanea all’esibizione, aggiungendo ad ogni tappa di un modello realizzato solo per quella città, dalla biker jacket creata per Londra alla cappa in esclusiva per Shanghai.

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ANDY PIU’ DI UN AMICO di Christopher Makos

Comunicato stampa

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