Food Design & Food Art
Workshop – Arte, Alimentazione e Sostenibilità
Il 21 novembre dalle ore 14.30 alle ore 20.30 si è svolto il masterclass, a cura di Paolo Barichella in collaborazione con Fondazione Banco Alimentare.
Il masterclass ha offerto un’introduzione teorica sul rapporto e le differenze tra food design e food art, peculiarità del food design e applicazione pratica dei concetti e delle tecniche della progettazione alimentare. Dopo aver approfondito l’usabilità e le possibili applicazioni pratiche legate all’industria alimentare sono stati indagati gli aspetti concettuali dell’elaborazione del cibo con particolare riferimento all’innovazione e alla sostenibilità.
Alla teoria è seguita l’applicazione pratica di alcune tecniche di food design per l’elaborazione dei prodotti della tradizione enogastronomica italiana.
Non si utilizzeranno sofisticate strumentazioni professionali, ma in chiave efficace utensili ed elettrodomestici di uso comune quali il comune microonde per procedure come l’aromatizzazione dell’olio d’oliva e del caffè oppure la disidratazione del grana padano.
I partecipanti hanno imparato le tecniche elementari per realizzare finger food artistici usando delle semplici strumentazioni domestiche.
Relatori: Paolo Barichella e Fondazione Banco Alimentare
Paolo Barichella nasce professionalmente con una formazione di Industrial designer, oggi è uomo di strategia della comunicazione particolarmente in quella web, teorico della filosofia del Food Design; giornalista e scrittore; docente e consulente didattico; curatore di mostre sul tema del Food Design; relatore e testimonial a conferenze internazionali. Oggi quando si parla di Food Design è automatico associarlo alla figura di Paolo Barichella che per primo ne ha fissato i contenuti e i valori reali.
Rivolto a giovani artisti visivi, curatori, performer, creativi, designer, studenti di istituti tecnici.
Al workshop ha partecipato anche la Fondazione Banco Alimentare ONLUS da anni impegnata capacità col Banco Alimentare a ridare valore alle eccedenze alimentari che tipicamente assumono una valenza negativa impiegandole per soddisfare i bisogni primari.
Grazie infatti alla capacità del Banco Alimentare di far corrispondere alla domanda dei “consumatori senza poter d’acquisto” (le persone indigenti) la “non offerta” di beni alimentari (le eccedenze appunto), il surplus alimentare, derivante dalle distorsioni dei processi produttivi e commerciali, si trasforma in preziosa risorsa per le persone povere o in stato di bisogno.
“Tale processo avviene innanzitutto grazie alla generazione di una partnership operativa tra soggetti di natura giuridica, finalità operativa e culturale del tutto differenti, trasformando una potenziale. opposizione teorica (quella tra profit e non profit) in un’alleanza strutturale, capace di determinare una logica di tipo win-win: guadagnano le imprese (in termini di riduzione dei costi di smaltimento dell’invenduto e stock), guadagnano le organizzazioni non profit (in termini di aumento nella capacità di reperimento di merci e di semplificazione delle procedure), guadagnano gli utenti finali (in termini di aumento delle risorse alimentari disponibili)”
Luca Pesenti, direttore dell’Osservatorio Regionale sull’Esclusione Sociale
Alla luce dell’operato della Fondazione Banco Alimentare ONLUS, è stato analizzato anche il ruolo del design nel confezionamento dei prodotti alimentari e più nel dettaglio di quelle tecnologie industriali capaci di agevolare questo prezioso lavoro.