Dialogo con Kapoor

PROGETTO DIDATTICO PER SCUOLE E FAMIGLIE IN RELAZIONE ALL’OPERA DI ANISH KAPOOR “DIRTY CORNER”

A cura di Madeinart

Percorso didattico

La presenza a Milano di una duplice mostra dedicata ad un artista come Anish Kapoor, universalmente considerato uno degli scultori più significativi del panorama internazionale, consente l’occasione di elaborare un percorso didattico che offra alle scuole la possibilità di confrontarsi con i linguaggi dell’arte contemporanea.

Il lavoro di Kapoor ha il pregio di attingere ad archetipi profondi e di creare opere avvolgenti, ossia capaci di mettere in gioco l’osservatore attraverso forti esperienze percettive e sensoriali.

La sua ricerca coinvolge lo spazio e la materia, la loro vitale complementarità, facendoli interagire in modo sorprendente con l’ambiente circostante.
In questo dialogo, capace di dischiudere molteplici significati, lo spettatore è immerso fisicamente e quindi invitato a non averne una fruizione passiva, distante, il suo coinvolgimento, infatti, è integrale.
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E’ proprio questo il caso dell’opera esposta alla Fabbrica del Vapore di Milano, un’installazione site specific che porta il titolo ambiguo di “DIRTY CORNER”.

L’opera è costituita da un grande volume in acciaio lungo circa 60 metri all’interno del quale lo spettatore è chiamato ad entrare. L’ingresso imponente si apre a calice, la superficie del tunnel è circolare.
L’opera è progressivamente coperta da una montagna di terra che è fatta cadere sull’esterno del tunnel. Camminando dentro questo oscuro passaggio si è totalmente immersi nel buio sino a raggiungere l’angolo di luce, inizialmente impercettibile, che porterà all’uscita.

I temi richiamati da questo lavoro sono ovviamente molteplici, primi tra questi: la dinamica nello spazio interno ed esterno, l’esperienza percettiva come strumento di contatto con l’inconscio collettivo arcaico.

Immaginando di proporre ai bambini ed ai ragazzi una rielaborazione esperienziale della visita alla mostra, possiamo ampliare il punto di vista a partire dalla conoscenza sensibile del mondo dell’infanzia e dell’adolescenza che nella sua specificità è in grado di cogliere con freschezza le suggestioni che l’autore ha voluto proporre e quindi progettare un’ipotesi laboratoriale aperta, in grado di raccogliere gli elementi di autenticità portati dai bambini e dai ragazzi.

Si propone alle scuole la possibilità di confrontarsi con questa esperienza, intensa per molti aspetti, attraverso una rielaborazione che consentirà, in rapporto alla fascia d’età, di affrontare il” buio” misterioso dell’opera e le presenze materiche attraverso una riscoperta delle proprie risorse, individuali e collettive. Che cos’è il buio? Cosa ci consente di affrontare il buio? A cosa conduce la prova di questo passaggio?

Affrontare il buio è, infatti, significativa metafora della crescita. Il lavoro sulle risorse che ci consentono di affrontare i passaggi più difficili della vita è un percorso che può sostenere gli sforzi sia del bambino che dell’adolescente e che, inevitabilmente caratterizza anche alcuni passaggi significativi dell’età adulta.
L’arte viene così intesa come pretesto di una rielaborazione preziosa sul proprio vissuto, spunto di un lavoro sulla propria maturazione.

Ogni bambino sarà invitato a rielaborare la propria particolare esperienza del buio attraverso l’utilizzo creativo di diversi materiali espressivi messi a disposizione. Il lavoro potrà annoverare elementi materici bidimensionali e tridimensionali ma anche, per i più grandi, un apporto fatto di scritte e parole.

Infine collettivamente il gruppo classe installerà le singole opere di ciascuno su un grosso supporto di cartone circolare e nero del diametro di un metro e mezzo che rappresenterà simbolicamente il luogo del buio.
La classe creerà dunque un’opera collettiva in cui il nero del cartone di supporto sarà dominato dalle singole presenze e visioni del gruppo. Fondamentale sarà la presenza di un educatore che si porrà come un attento ascoltatore e un competente facilitatore.
Il tema dell’ascolto in tale approccio laboratoriale è un aspetto fondamentale perché non si tratta in questa occasione di far produrre ai bambini un prodotto o di fornire occasione di intrattenimento tout court, ma di lasciar emergere le impressioni di un “pubblico” particolarmente competente. Le opere realizzate restando esposte agli occhi dei visitatori in uno spazio idoneo, potranno in qualche modo rappresentare un feed-back interessante e chiarificatore.

Le opere realizzate da ogni “gruppo classe” partecipante saranno poi esposte in occasione di un evento conclusivo negli stessi luoghi della Cattedrale. Gli elaborati collettivi dei ragazzi verranno infatti organizzati come vere e proprie opere d’arte in una mostra aperta al pubblico.

Progetto prodotto e realizzato da:
Madeinart – Società di produzione e promozione artistica

Ideato da:
Jacopo Pucci Tartari

Con la gentile collaborazione di:
Alessandra Marcazzan – Psicologa e psicoterapeuta dell’età evolutiva
Franca Zuccoli – Docente presso l’Università Milano Bicocca e supervisore didattico alla Fondazione Pomodoro
Angelo Pacifico – Pittore

 

  • Madeinart sostiene la Fondazione Banco Alimentare
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